Uno dei movimenti più complicati del corpo è quello mascellare, durante il quale la mandibola può spostarsi in un esteso campo spaziale mentre ciascun muscolo, ligamento e “braccio” fasciale contribuisce a collocarla in una determinata posizione. L’orientamento variabile di ogni parte rispetto alle altre è quindi conseguente alle azioni di un alto numero di catene cinematiche chiuse (CKC) reciprocamente interconnesse, le quali operano collettivamente in tutte le diverse direzioni e su tutte le scale dimensionali per consentire al sistema di rispondere istantaneamente alle condizioni in rapido cambiamento e alle perturbazioni inaspettate. Se si considerano tutti questi tessuti come bracci rigidi nella dimensione assiale, accoppiati insieme e pronti a reagire a queste forze in modi specifici e differenti, si può cercare di includerli in un sistema meccanico più completo.
La distinzione tra ciò che definiamo “molle” e ciò che invece viene ritenuto “compatto” è quindi relativa, dal momento che ciascun tessuto, a seconda del tipo di organizzazione interna, reagisce in modo specifico alle forze in tensione e in compressione, e sarebbe più opportuno considerarli tutti come varianti della medesima “materia molle” (Hirst, 2013).
Tratto dal libro “Biotensegrità – La base strutturale della vita”
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